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Maculopatia – Facciamo Chiarezza

Il termine “maculopatia” è ormai di uso comune e spesso compare nelle ricerche su internet. Tuttavia, viene spesso utilizzato in modo generico, creando confusione anche nella comunicazione tra medico e paziente. Poiché è spesso associato a patologie gravi e incurabili, è importante fare chiarezza.

La maculopatia indica qualsiasi alterazione patologica che colpisce la macula, la parte centrale della retina, dove si concentra il maggior numero di fotorecettori. Questi neuroni specializzati catturano la luce e la trasformano in impulsi elettrici inviati al cervello, permettendoci di vedere. Dunque, la macula non è qualcosa di negativo, anzi: è la zona più sensibile della retina e fondamentale per la visione centrale ad alta definizione, necessaria per leggere, riconoscere i volti e percepire i dettagli più fini degli oggetti.

Esistono molte forme di maculopatia, ma quando si usa il termine in senso generico si fa riferimento soprattutto alla Degenerazione Maculare Legata all’Età (AMD - Age-related Macular Degeneration), la più comune e rilevante per il rischio di perdita della visione centrale.

Che cos’è la Degenerazione Maculare Legata all’Età?

L’AMD è una malattia degenerativa progressiva che colpisce le cellule fotorecettoriali e l’epitelio pigmentato retinico (EPR). Spesso inizia senza sintomi, ma può evolvere rapidamente, soprattutto nelle forme più aggressive. È causata da una combinazione di fattori genetici, infiammatori, metabolici e vascolari. Con il tempo, il deterioramento dell’EPR porta all’accumulo di drusen, depositi di detriti cellulari e lipidi ossidati che alterano l’equilibrio metabolico della retina e compromettono la visione centrale.

La malattia può evolvere in due forme principali. La AMD secca (atrofica) è caratterizzata da una degenerazione lenta e progressiva dei fotorecettori, portando a un assottigliamento della retina e a una graduale perdita della visione centrale. La AMD umida (neovascolare), invece, è più aggressiva e si manifesta con la crescita di vasi sanguigni anomali sotto la retina. Questi vasi sono fragili e possono sanguinare o rilasciare liquidi, causando edema, distorsione delle immagini e, nei casi più avanzati, cicatrici permanenti che compromettono la visione.

Uno dei meccanismi chiave nella progressione della malattia è lo stress ossidativo, dovuto all’elevato consumo energetico della retina e alla continua esposizione alla luce. Quando i sistemi di difesa antiossidanti non riescono più a contrastare i radicali liberi, il danno cellulare aumenta, favorendo infiammazione cronica e degenerazione retinica.

Fattori di Rischio: Chi è più a rischio?

Oltre alla predisposizione genetica, ci sono diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare AMD:

Età: la probabilità di sviluppare AMD aumenta dopo i 50 anni.

Fumo: il tabagismo è uno dei principali fattori di rischio modificabili.

Ipertensione e malattie cardiovascolari: una cattiva circolazione sanguigna può danneggiare la retina.

Obesità: è stata associata a una maggiore probabilità di progressione della malattia.

Esposizione alla luce solare: i raggi UV possono contribuire al danno retinico nel tempo.

 

Perché è importante la diagnosi precoce?

L’AMD è una patologia che può compromettere seriamente la vista, ma una diagnosi precoce può fare la differenza. Nelle prime fasi la malattia può essere silenziosa, quindi sottoporsi a regolari controlli oculistici è essenziale, soprattutto dopo una certa età o in presenza di fattori di rischio. Riconoscere i primi segnali permette di intervenire con strategie mirate per rallentare la progressione della malattia e proteggere la visione il più a lungo possibile. Affidarsi a uno specialista per un monitoraggio costante è il modo migliore per preservare la qualità della vista e, di conseguenza, la qualità della vita.